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Thelonious Monk: Celebrating 75 Years Of His First Recordings Revisited
ByIn questo caso, la collana ezz-thetics realizza un'operazione davvero interessante, assemblando un disco in qualche modo inedito partendo da tracce storiche, analizzate in lungo e in largo dalla pubblicistica jazzistica. Considerando i due celebri volumi della Blue Note (The Genius of Modern Music), l'insieme delle musiche viene ridotto a 71 minuti, espungendo il materiale costituito da standard, ma inserendo quattro titoli fondamentali del 2 luglio 1948, assenti nei Blue Note perchè a suo tempo ascritti alla leadership del vibrafonista Milt Jackson, in realtà diretti sempre da Monk.
Dunque un "tutto Monk" di sole composizioni originali compreso dal 1947 al 1952, in rigoroso ordine cronologico. Ci sono quasi tutti i capolavori usciti dalla penna del pianista, che sarebbero stati poi spremuti e rivisitati nel corso della sua intera carriera. Le formazioni sono varie e curiose e includono per ben 13 volte la batteria di Art Blakey, formidabile sponda ritmica e suggeritore creativo delle peculiari atmosfere monkiane. Che già in trio, con Gene Ramey al basso, si distinguevano nella loro essenza dal genere al quale in teoria appartenevano, il bebop. Là dove il bebop scintillava costruendo cattedrali sonore di "pieni," la musica di Monk rifletteva invece sui "vuoti," trattando lo spazio e il silenzio tra le righe quali protagonisti dello spartito e dell'improvvisazione.
Il pianismo di Monk, puntuto e irregolare, lontano dall'imitare il fraseggio dei fiati, inventa un formulario del tutto personale, tratto in parte dal pianismo stride, in parte dall'ironia di Duke Ellington. I temi sono unici e favolosi, a volte complessi e immaginifici ("Off Minor," "Skippy," "Four in One"), a volte in apparenza semplici ma dalla struttura metrica infida, che spesso metteva soggezione anche a solisti navigati
. Colpisce ancora quella peculiarità monkiana di saper trasformare in oro colato quelli che sono lacerti melodici, quasi scarti di frase che molti giudicherebbero inservibili. Questi brandelli vengono risistemati, ripetuti, innervati da strutture ritmiche brillanti e diventano, ad esempio, "Evidence," "Epistrophy," "Criss Cross." Monk spesso era così avanti agli altri che non mancano, specie in questi primi gruppi, ambiguità interpretative o pronunce scolastiche che sarebbero scomparse negli anni successivi (specie con l'arrivo di Charlie Rouse). Ma sentire l'empatia che immediatamente si crea tra il pianoforte di Monk ed il vibrafono di Milt Jackson è qualcosa di magico (vedi la versione di "Misterioso," con un solo di piano quasi cubista), così come brilla l'accoppiata Kenny Dorham (tromba) e Lou Donaldson (sax alto) nei quattro brani del maggio 1952.
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Album della settimana.
Track Listing
Thelonious; ’Round Midnight; Well You Needn’t; Off Minor; In Walked Bud; Epistrophy; Ruby My Dear; Evidence; Humph; Misterioso; I Mean You; Monk’s Mood; Who Knows; Four in One; Straight No Chaser; Criss-Cross; Eronel; Ask Me Now; Skippy; Let’s Cool One; Hornin’ In; Introspections; Sixteen.
Personnel
Thelonious Monk
pianoMilt Jackson
vibraphoneIdrees Sulieman
trumpetKenny Dorham
trumpetSahib Shihab
woodwindsGene Ramey
bass, acousticAl McKibbon
bass, acousticArt Blakey
drumsMax Roach
drumsShadow Wilson
drumsLou Donaldson
saxophoneAdditional Instrumentation
Sahib Shihab: alto saxophone; others.
Album information
Title: Celebrating 75 Years Of His First Recordings Revisited | Year Released: 2022 | Record Label: Ezz-thetics