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Pat Metheny al Roma Jazz Festival
Auditorium Sala S. Cecilia
Roma Jazz Festival
Roma
4 novembre 2024
Il lungo tour (il primo in completa solitudine) di Pat Metheny, iniziato già lo scorso anno negli Stati Uniti in seguito alla pubblicazione del suo album di sola chitarra Dream Box (da cui il nome del tour), approda finalmente in Europa, con sei concerti in altrettante città Italiane, per accontentare anche i suoi fans d'oltreoceano. Quella di Roma è stata l'ultima tappa nel nostro paese, prima di proseguire in Spagna e Inghilterra, e si è tenuta all'Auditorium Parco della Musica in occasione della nuova edizione del Roma Jazz Festival in una sala Santa Cecilia gremita di appassionati. Nel frattempo è uscito il nuovo disco MoonDial, anch'esso per sola chitarra, che è stato prontamente aggiunto al nome del tour.
Prima del concerto, un messaggio tradotto e registrato in italiano per conto del chitarrista ha presentato quello che sarebbe stato lo svolgimento della serata, dedicata (ovviamente) alle chitarre; nel corso del concerto Metheny darà molte altre informazioni, anche di natura tecnica, sulla genesi della sua musica e dei suoi strumenti. Si inizia con un medley di alcuni dei suoi temi più famosi (tra cui "Minuano 6/8," "Phase Dance," "First Circle," "This Is Not America") sulla chitarra baritono, che sarà la protagonista assoluta della maggior parte del concerto, alternando le due versioni classica (con corde di nylon) e acustica. Segue il primo dei suoi monologhi, nel quale racconta le sue origini come chitarrista, l'amore per il jazz, la militanza con Gary Burton, e in particolare l'incontro con Charlie Haden, che all'epoca era membro del quartetto di Keith Jarrett e che avrebbe rappresentato un importante punto di riferimento oltre che un partner in vari progetti del chitarrista. Dall'album registrato in coppia nel 1996, Beyond the Missouri Sky, sono tratti i temi del medley successivo, che comprende anche il tema di Nuovo Cinema Paradiso. Un altro omaggio al grande contrabbassista seguirà più avanti nel corso del concerto con l'esecuzione di "Silence," uno dei suoi temi più famosi.
Dalle carezze si passa agli schiaffi con un estratto da Zero Tolerance for Silence, il suo album più radicale e sperimentale, nel quale si procede avventurosamente lungo il confine tra suono e rumore, ma è solo un momento. Si ritorna subito ad atmosfere più morbide con "Into the Dream," brano composto appositamente per la cosiddetta Pikasso Guitar, uno strumento speciale con un totale di 42 corde. Dopo l'esecuzione Metheny racconta la storia di questa chitarra speciale, e poi delle sue chitarre baritono, per proporre poi sulla versione steel string un nuovo medley contenente tra gli altri brani "Girl from Ipanema" e "Last Train Home," seguito da un medley di standards tra cui "I Fall in Love Too Easily." Ancora musica brasiliana con "Manha de Carnaval," eseguita con l'aiuto di un looper su cui imposta l'accompagnamento ritmico, per passare poi a impugnare la Gibson semiacustica che ha formato l'essenza del suo sound ai tempi del Pat Metheny Group, e che impiegherà per un altro paio di brani (un blues, e il già citato "Silence"), sempre accompagnandosi in loop. La temperatura si riscalda dopo la relativa quiete che ha finora caratterizzato il concerto, ma è solo l'anteprima ai fuochi pirotecnici del gran finale, per il quale ricorre all'Orchestrion, che rivela sul palcoscenico rimuovendo i teli che lo avevano finora celato al pubblico. Il grosso dispositivo elettromeccanico pilotato dal chitarrista gli fornisce l'accompagnamento per l'ultima parte del programma, nella quale recupera anche la Synclavier Guitar, a conclusione di un percorso che ha praticamente raccontato la sua autobiografia musicale in una dimensione estremamente personale.
Come sua consuetudine, il chitarrista non si risparmia, e il concerto si conclude dopo quasi due ore e mezzo, e tre bis concessi (il primo è "Sueño con Mexico," l'ultimo una cover dei Beatles "And I Love Her"). A 70 anni compiuti da poco, e dopo oltre mezzo secolo di attività professionistica, Metheny non ha più bisogno di conferme; è semplicemente uno dei più grandi specialisti del suo strumento, un punto di riferimento imprescindibile per molti, sempre alla ricerca di nuovi stimoli. Si aggiunga alla grande perizia tecnica e alla non comune sensibilità musicale uno squisito gusto melodico, e il mix risultante dà la misura di quello che è Metheny, uno stile inconfondibile imitato da molti, espressione di una passione sconfinata per la musica e per la chitarra, di cui a ogni concerto ci rende partecipi; e anche in questo non ha fatto eccezione, regalandoci una serata di musica meravigliosa di cui non possiamo che essergliene grati.
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